Ahmet Haluk Dursun

Il Premio Europa XIVª edizione va al Direttore del Museo di Santa Sofia a Istanbul, coordinatore dei lavori di restauro che hanno fatto tornare a vita nuova l’edificio-simbolo della megalopoli sul Bosforo diventata capitale europea della cultura per il 2010 e uno dei monumenti più importanti nella storia dell’umanità. La storia di questo monumento con la cupola restaurata e interamente visibile e godibile per la prima volta dopo 17 anni, è lunga 1.700 anni, a cavallo tra fedi e culture diverse. Oggi un museo dopo essere stato chiesa e moschea, Santa Sofia è stata restituita agli oltre due milioni di turisti che la visitano ogni anno in tutta la sua sfolgorante bellezza. Oltre alla decorazione della cupola, sono state interessate dall’intervento anche le arcate delle finestre e soprattutto i pennacchi, che hanno riportato alla luce il viso dei quattro angeli di epoca bizantina, nascosto per 160 anni. Un lavoro da certosini, compiuto grazie al materiale iconografico in possesso della direzione su come fosse la Basilica nei secoli precedenti.

Dedicato alla Sophia (la sapienza di Dio), dal 537 al 1453 l’edificio fu cattedrale ortodossa e sede del Patriarcato di Costantinopoli, a eccezione di un breve periodo tra il 1204 e il 1261, quando fu convertito dai crociati a cattedrale cattolica di rito romano sotto l’Impero latino di Costantinopoli. Divenne poi moschea ottomana il 29 maggio 1453 e tale rimase fino al 1931. Fu poi sconsacrata e il 1º febbraio 1935 diventando Museo Santa Sofia.