Ambasciata di Romania in Italia

Arch. Mihai Antoniu
Il premio Europa XIXª edizione, va all’architetto Mihai Antoniu e ai suoi collaboratori per aver favorito la rinascita, dopo lunghi anni di abbandono, degli storici khan rumeni a Bucarest, locande-alberghi nati per ospitare i mercanti in transito e gli scambi commerciali tra il ‘700 e l’800 e diventati l’epicentro commerciale, e anche della cultura e della movida della capitale romena. Salutiamo così la nuova vita di una delle meraviglie dell’architettura mondiale.
Erano locande fortificate, ospitavano gli scambi commerciali di mezza Europa. Un unicum nato nella capitale romena tra ‘700 e ‘800.
Bucarest, rinascono i Khan. Costruiti attorno a una piazza-cortile, racchiudevano un mercato interno, stalle e appartamenti per i mercanti. Stanno rinascendo, dopo lustri di abbandono, in qualche caso per mano dei discendenti delle famiglie che li hanno creati e gestiti nei secoli, e ritrasformando la vita diurna e notturna della città, con la loro offerta di ristoranti, negozi e gallerie d’arte alla moda.
Nati come detto per ospitare gli scambi commerciali, spesso creati dagli stessi mercanti di Bucarest, si trasformarono in un melting pot dove i borghesi locali incrociavano quelli stranieri. In quei luoghi, inevitabilmente finivano per circolare anche le idee, a cominciare da quelle sull’architettura e il design dei siti stessi, e proprio questo ha contribuito a rendere i khan un unicum mondiale.
Caduti in disuso, soppiantati, nella loro funzione di hotel, da strutture più adeguate ai tempi, alcuni furono salvati in extremis da un progetto del dittatore Ceausescu, che mirava a distruggere i tre quarti del centro storico urbano per costruirvi il suo megapalazzo presidenziale.Uno di questi, l’Hanul Gabroveni (che deve il nome alla città bulgara di Gabrovo, di cui spesso ospitava i mercanti) è stato ripristinato nel 2012. “La prima volta che ci siamo entrati era un ammasso di detriti e immondizia – spiega l’architetto Mihai Antoniu.

Le mura cadevano, e molte delle volte erano collassate”.

Dopo il 2012, grazie all’impiego di 7 milioni di euro, tra fondi pubblici e finanziamenti UE, il khan è tornato ai suoi antichi splendori, anche se le monumentali porte di legno, distrutte nel 1990, sono state rimpiazzate da repliche, e se la struttura è stata rinforzata con uno scheletro di acciaio, a sostenere i mattoni, quelli sì, originali.

Un cuore composto di negozi, caffè e sale esposizioni, laddove un tempo venivano offerte le più preziose decorazioni provenienti da Lipsia o da Istanbul.
“A simbolegglare – spiega Antoniu – la rinascita di Bucarest”.